Ultimo aggiornamento 3 anni fa
La televisione è il mezzo di comunicazione che ha avuto maggiore impatto sulla quotidianità e sull’economia nella prima metà del 20° secolo. Qual è la sua storia?
A piccoli passi
È frutto dell’evoluzione della radio in quanto utilizza le onde elettromagnetiche su ampie distanze oltre ai suoni e alle immagini. Il primo modello era elettromeccanico ed è stato brevettato nel 1885 da Paul Gottlieb Nipkow, padre dell’idea alla base dell’apparecchio odierno.
Come funziona? Si tratta della scansione dell’immagine in unità da trasmettere separatamente.
Questo sistema utilizza un disco con dei fori disposti lungo una linea a spirale. La luce, che attraversa i fori del disco, raggiunge a intermittenza una fotocellula in selenio posizionata dall’altra parte dello strumento. La capacità del selenio di condurre corrente elettrica varia in base alla luce che colpisce questo materiale.
In altre parole, la rotazione del disco suddivide la scena in piccoli riquadri, corrispondenti ai fori, e produce variazioni di corrente elettrica per ognuno dei riquadri. La stessa corrente elettrica, all’altro capo del meccanismo di trasmissione, serve a modulare in modo inverso una sorgente di luce per ottenere un’immagine fissa da proiettare su uno schermo.
La televisione elettromeccanica
Il termine “televisione” compare nel 1900 con Constantin Persky presso il Congresso Internazionale di Elettricità durante l’Esposizione Universale di Parigi. Per elaborare la soluzione ha analizzato il progetto di Nipkow, ma il primo vero apparecchio, chiamato “radiovision”, è di John Logie Baird (1923).
Nel 1925 lo stesso scozzese Baird fonda una società e nel 1927 l’Ente britannico BBC (British Broadcasting Corporation) inizia a gestire la prima stazione televisiva. Nel 1926, invece, viene attivato il primo servizio statunitense con le trasmissioni della stazione sperimentale W3XK.
Poi, la General Electric e la CBS (Columbia Broadcasting System) iniziano a trasmettere con delle varianti del sistema elettromeccanico.
La FCC (Federal Communications Commission), l’ente responsabile del mercato delle telecomunicazioni, ha concesso a queste stazioni l’autorizzazione per trasmissioni sperimentali e non le licenze commerciali. In questo modo, già nel 1935 la televisione elettromeccanica statunitense non aveva più futuro.
Il tubo a raggi catodici
Vladimir Zworykin ha perfezionato la televisione sotto forma di tubo a raggi catodici in collaborazione con Boris Rosing, suo docente all’Istituto di Tecnologia di San Pietroburgo. L’apparecchio è dotato di un obiettivo simile a quello delle macchine fotografiche ed è in grado di mettere a fuoco l’immagine su una superficie fotosensibile.
Colpita dalla luce, quest’area emette elettroni che, una volta raccolti, formano un segnale elettrico proporzionale all’illuminazione ricevuta.
Nel 1932 Zworykin brevetta l’iconoscopio, il predecessore della telecamera e con l’occasione si è occupato anche del cinescopio per convertire gli impulsi elettrici in immagini. Nello specifico, gli elettroni colpiscono una serie di elementi elettrosensibili che si illuminano e fanno percepire un’inquadratura completa.
Questo sistema è stato alla base della televisione e dei monitor per computer fino all’introduzione dei modelli a cristalli liquidi.
Le trasmissioni in bianco e nero
Alcuni cenni storici di grande importanza sono:
Le prime trasmissioni elettroniche europee risalgono al 1935 in Germania e, in particolar modo, le Olimpiadi di Berlino dell’agosto del 1936 disponibili da 28 postazioni televisive pubbliche a Berlino e Amburgo.
Nell’Unione Sovietica le prime sperimentazioni sono iniziate a Mosca nel 1937, mentre il servizio regolare ha preso piede il 31 dicembre 1938.
Nel giugno del 1936 comincia il processo di perfezionamento della televisione elettronica negli Stati Uniti, e nel 1941, grazie all’adozione di uno standard comune, la FCC (Federal Communications Commission) decide di concedere le prime licenze commerciali.
Infine, in Italia il 3 gennaio 1954 è disponibile un solo canale TV con proiezioni limitate a poche ore in alcune regioni. Solo nel 1961 il segnale ha coperto l’intero territorio nazionale.
Alla prossima!