Ultimo aggiornamento 3 anni fa
Il lavoro tecnico necessita di creatività, concetto ancora associato alle discipline artistiche. Qual è il confine tra le professioni creative e quelle tecniche?
Lavoro trasversale
Al giorno d’oggi le professioni iniziano a non essere più connotate da confini stabiliti in base ad attitudini, modi di essere e aree di competenza.
Basti pensare che molti tecnici informatici svolgono mansioni ad alta intensità creativa, mentre laureati in discipline umanistiche sono tenuti a familiarizzare con software e tecnologie innovative.
Ciò significa che la rivoluzione tecnologica in atto richiede nuove classificazioni dei ruoli professionali e nuove logiche di orientamento al mercato, già a partire dal percorso scolastico. Nello specifico, l’innovazione tecnologica accelera l’obsolescenza delle competenze tecniche a basso contenuto tecnologico e incoraggia le mansioni creative con alta specializzazione in tecnologia.
Per lavoro tecnico non si intende necessariamente l’attività di un ingegnere. Si tratta dell’apprendimento e dell’applicazione di modelli studiati in ambito accademico indipendentemente dal settore di riferimento. La creatività, invece, pur essendo considerata una risorsa, è un tema tanto sfuggevole quanto complesso da inquadrare. In tal caso, creatività non significa solo proporre nuove idee, ma anche dare vita a confronti costruttivi ed applicare modelli di comportamento tali da promuovere l’innovazione.
Nel nuovo mercato delle professioni, per svolgere un lavoro creativo oggi occorre un peculiare bagaglio di specializzazione tecnologica, ove il lavoro del futuro presuppone una continua gestione di progetti innovativi, valorizzazione delle soluzioni e condivisione delle stesse.
Di conseguenza, le competenze richieste saranno sempre più trasversali ed il lavoratore dovrà investire in formazione o orientarsi verso nuove posizioni professionali per riuscire ad affrontare sfide creative ad alta intensità relazionale come vendere, presentare e formare.
Competenze richieste
A tal proposito, secondo un’indagine condotta da LinkedIn le soft skills richieste dalle aziende nel 2019 sono:
Creatività: le organizzazioni hanno bisogno di dipendenti creativi per progettare le innovazioni future;
Persuasione: è necessario saper presentare il proprio prodotto, perché la qualità non è sufficiente;
Collaborazione: man mano che il lavoro diventa più complesso si è tenuti a familiarizzare con nuove dotazioni tecnologiche;
Adattabilità: adeguarsi alle esigenze del time to market è uno strumento essenziale per competere sul mercato;
Gestione del tempo: saper gestire il proprio lavoro ottimizza il work-life balance personale.
Al contrario, le principali hard skills sono:
Cloud Computing: aumenta la domanda di ingegneri in grado di gestire l’erogazione di servizi offerti on demand attraverso la rete Internet;
Intelligenza artificiale: è necessario saper comprendere l’abilità di un computer di svolgere funzioni e ragionamenti tipici della mente umana in modo del tutto autonomo;
Ragionamento analitico: ogni giorno le aziende raccolgono molti dati che necessitano di essere elaborati con efficienza;
Gestione delle persone: il nuovo paradigma lavorativo è leadership;
UX Design: è fondamentale riuscire a rendere il mondo digitale alla portata di tutti gli utenti.
In previsione delle competenze richieste nel 2020, è possibile approfondire questa ricerca nell’articolo di riferimento.